Prendi in mano una poesia – 2009/2010

L’installazione, composta di vari elementi, realizzata fra il 2009 e il 2010, affronta l’idea del comune disagio di fronte alla Poesia e alla sua capacità  di esprimere l’indicibile. Lo spettatore è invitato ad avvicinarsi  a certe realtà negate a livello razionale come per esempio lo sfruttamento di bambini soldato in tutti i continenti. Realtà conosciuta ma praticamente ignorata a livello globale.  Le poesie citate e scritte su fogli bruciacchiati sono quasi tutte  opere di profughi e migranti e  hanno un tema comune, quello della devastazione prodotta dalla guerra e dallo sradicamento nelle grandi migrazioni di massa nella vita umana.  Al di là delle  poesie sospese tra i bagliori di un simbolico fuoco che sale dai mattoni di cemento in cui è inciso un brano della poesia di Pablo Neruda Ode all’atomo, i pannelli dipinti illuminati evocano il concetto di devastazione e violenza  su popolazioni inermi in un’epoca ormai considerata civilizzata  all’alba del III millennio. Una video proiezione completa l’installazione  mostrando immagini e dati statistici sull’uso di bambini soldato nei conflitti armati anche da parte di paesi europei e della NATO (vedi il video).

 

Installazione 3 mq x 270cm, tecnica mista su acetato, alluminio e cemento.

Video documentazione del lavoro