tun tun… tun tun… tun tun… Train of dreamers (7’51’’)

Ogni volta mi sorprende e mi intriga   il Tranvetto della Casilina, perché resiste ancora lento, anacronistico, con il suo sferragliare a scartamento ridotto e il fischio roco, il trenino dalle carrozze bianche e gialle  che, attraversando gli incroci delle strade affollate di macchine,  strizza  l’occhiolino al futuro:   non solo collegamento  tra centro urbano e periferia, ma  anche tra storia e modernità e, forse, tra Modernità e Futuro.  Superata Porta Maggiore, il convoglio aumenta la sua velocità, magicamente le immagini di graffiti sui muri stretti ai lati della ferrovia si compongono e scompongono animandosi a tratti togliendo allo sguardo ogni via di fuga, ogni apertura.   Il movimento ondulatorio dei graffiti ridotti a pura astrazione dalla velocità evocano una specie di macchina del tempo, un tunnel di teletrasporto orizzontale.