“… è nel percorso immaginativo che la storia si completa, si compie. Il gioco è attivato dall’assenza, dalla non-completezza. È quel piacere, direi quasi necessità intellettiva, del completamento percettivo, intellettivo, creativo che libri e giochi per bambini ci danno ancora, mentre la realtà contemporanea, sempre spiegata, dispiegata, iperreale non ci fornisce più.
Un’esperienza possibile solo se si lascia lo spazio per immaginare, quello che tu lasci attraverso l’atmosfera “galleggiante” in cui i tuoi “teatrini” sono immersi, uno spazio non mimetico ma evocato, rielaborato, fluttuante.
È proprio in questa nebulosità che trovo il carattere “accogliente” di questi lavori, perché lì rimane lo spazio per la propria immaginazione, la propria narrazione, lo “spazio” per percorrere liberamente.
Quello spazio che permette di perdersi”.
Simona Antonacci
video a cura di Enzo Francesco Testa